TERAMO – Uova e agnello, pietanze della tradizione abruzzese che a Pasqua sono pressochè un rito, continueranno ad essere i protagonisti in queste ore sulle tavole della nostra regione. Si inizia al mattino con lo ‘sdjuno’ una abbondante colazione dove alla pizza di Pasqua si affiancano pizza rustica con uova e salame, frittata di salsiccia, fiadone rustico e dolce. Il pranzo prevede maccheroni con ragù d’agnello (sono quelli che vanno per la maggiore) cucinati in vari modi tra cui quello più tradizionale è ‘cacio e uova’. Nel Teramano con le interiora dell’agnello si preparano le “mazzarelle". Resiste dunque la tradizione, anche all’indomani degli appelli a livello nazionale a salvare dalla mattanza tanti piccoli ovini. Un terzo degli italiani ha scelto carne d’agnello italiana e il 12% addirittura comperata direttamente dal produttore mentre solo il restante 6% non è interessato alla provenienza. Secondo la Coldiretti si tratta di una scelta importante per consentire la sopravvivenza di un mestiere antico, ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversità del territorio. Ma quest’anno portare la carne di agnello a tavola significa anche – sostiene la Coldiretti – salvare il lavoro dei circa 4mila pastori terremotati che non hanno ancora abbandonato le aree colpite dal sisma di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria dove secondo la Coldiretti, solo nei 131 comuni del cratere, sono allevate 213mila pecore e capre.
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